Le ostriche spagnole dell’Atlantico

Le ostriche spagnole dell’Atlantico

Il sistema di agronomia quantisticaTelos” può essere applicato a qualunque essere vivente, quindi non solo alle piante ma anche ai pesci ed ai molluschi.

Nel 2011 le coltivazioni di ostriche spagnole dell’Atlantico, nella regione della Galizia, si erano inspiegabilmente ridotte a poche decine.

La causa era da ricercare in un misterioso morbo che ne impediva lo sviluppo, causandone poi la morte ancora piccole.

Lo stesso problema si era esteso anche alle coltivazioni locali di cozze, la cui qualità è tra le migliori al mondo.

La Galizia è una regione situata a nord ovest della Spagna – affacciata sull’Oceano Atlantico – con capoluogo Santiago di Compostela, famosa città che ha fatto la sua fortuna grazie all’arrivo di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo per venerare le reliquie di S. Giacomo che – si narra – siano sepolte nella sua splendida cattedrale.

Se l’economia delle zone interne della Galizia era assicurata dal turismo, il disastro delle coltivazioni di cozze ed ostriche stava distruggendo la redditività delle zone costiere.

Le ostriche galiziane

Le ostriche galiziane sono caratterizzate da una conchiglia più piccola, rotonda e piana rispetto a quelle francesi, la cui forma è più allungata.

Inoltre, proprio per questa caratteristica, dispongono di un mercato molto florido, rendendole subito riconoscibili e parecchio apprezzate.

La quasi totale scomparsa dai mercati internazionali dell’ostrica tonda della Galizia – quindi – aveva gettato nella costernazione i produttori, ma soprattutto i buongustai di tutto il mondo.

Le ripetute analisi effettuate dalle università locali e da quella di Madrid non avevano tuttavia rilevato niente di anomalo, né all’interno dell’acqua dell’Oceano né all’interno delle ostriche stesse.

Telos

Un coltivatore del luogo – però – aveva letto dell’esistenza dell’Agricoltura Quantistica e del “Telos”.

Così, ci ha contattati per commissionarci un’analisi. Ci ha inviato – quindi – alcuni campioni di ostriche e di acqua oceanica e, nel giro di un’ora, la diagnosi è stata effettuata.

Dall’analisi effettuata, le ostriche risultavano intossicate da residui di petrolio.

Tali residui le rendevano prive di vitalità, conducendole alla morte ancor prima che potessero raggiungere lo stadio adulto, con conseguente impossibilità di raccolta e commercializzazione.

Si apprese allora che – nel novembre del 2002 – lungo le coste della Galizia, era affondata una petroliera, la “Prestige”, che aveva inquinato 2000 chilometri di costa, distruggendo l’ecosistema.

A distanza di nove anni, anche se l’inquinamento della costa era stato bonificato, continuava a persistere l’effetto frequenziale e quantistico.

Le ostriche – quindi – sono state subito sottoposte a trattamento con il “Telos”, disintossicate e stimolate a reagire all’inquinamento.

Ulteriori terapie, poi, sono state effettuate anche nei successivi quattro mesi e la produzione nei siti di intervento è ripartita pienamente: da quel momento, non si sono manifestati altri segnali di deterioramento.   

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